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Il fallimento epocale delle Università Italiane

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Messaggio  Mario G. Mar Ott 20, 2009 1:14 am

Ogni anno, il Times pubblica il suo QS World University Rankings.

Il sito web, per chi volesse consultarlo, è http://www.topuniversities.com/university-rankings.

Lo scopo è di misurare, e dunque classificare, la “qualità” di una università. Vi sono due tipi di valutazione. Una generale, cioè la qualità complessiva. Una settoriale, cioè la “qualità” in ambiti specifici di insegnamento e ricerca, per esempio le Scienze Naturali o l’Ingegneria e la Information Technology.

Quali sono i criteri presi per effettuare questa valutazione?

Il mondo si è globalizzato. Una frase banale. Ma non per questo meno vera. Cosa vuol dire globalizzazione? Che c’è un solo mercato (compreso il mercato del lavoro), ed è il mondo intero. E che tutta la concorrenza, compresa la concorrenza nel mondo del lavoro, è presente dappertutto.

Vero. Ma incompleto. Questa è, della globalizzazione, la parte visibile. La parte invisibile è culturale: è un nuovo modo di fare business (nel senso più largo del termine, compreso il business culturale). E’ un nuovo modo di pensare. Di acquisire informazioni. Di interagire con realtà etniche e culturali le più diverse.

Che cosa è, dunque, ciò che, in tale contesto, il Times definisce come una Università di Livello Mondiale?
E’ lo strumento per formare i talenti che cambieranno il loro mondo professionale.

Per secoli, le Università sono state considerate sorta di regni separati dal mondo reale. Un posto dove imparare le nozioni ritenute, di volta in volta, dalle Università medesime, le più importanti per attrezzarsi all’entrata in società.

La globalizzazione, fra gli altri, ha questo merito: ha costretto le Università a confrontarsi con il mondo di fuori. Il loro successo o insuccesso dipende da quanto l’Università medesima viene riconosciuta essere capace di fornire i “prodotti” che le si chiedono.

E siccome tali “prodotti” dipendono dagli studenti arruolati, dalla qualità della ricerca praticata nell’ambito dell’Università, dal successo (anche in termini di premi e riconoscimenti internazionali) dei propri ricercatori, dalla serietà dell’insegnamento, e dalla valutazione che il mondo esterno fa di questi fattori, attraverso la maggiore o minore “appetibilità” di arruolarne i graduati, ecco che i criteri per giudicare una “World Class University” divengono evidenti.

Sono essenzialmente quattro: Qualità della Ricerca, Qualità dell’Insegnamento, “Impiegabilità” dei Laureati e Proiezione Internazionale.

Vediamo in che cosa consistono, nel dettaglio, tali criteri.

Qualità della ricerca.

Quanto si rispetta, fuori da quella Università, ciò che la medesima pubblica? E’ questa università un vero centro di eccellenza in qualche particolare disciplina, rinomata a livello mondiale per quanto contribuisce al progresso della conoscenza umana?

Qualità dell’insegnamento.

Lo studente apprezza la sua esperienza in classe? Apprezza disponibilità della facoltà? Le metodologie di insegnamento facilitano oppure ostacolano la interattività? Tutti hanno avuto un maestro cattivo. E tutti sanno qual è l’effetto che un grande insegnante può avere sui suoi studenti. Un ruolo chiave dell’università è nutrire le menti più fini, ispirando la nuova generazione di accademici e ricercatori.

Impiegabilità

E’ del tutto ovvio che non tutti gli studenti diventano accademici e/o ricercatori. La maggioranza, finita l’università, cerca un impiego nel mondo del lavoro. Quindi la “impiegabilità” degli studenti, alla fine del loro corso di studi, è una misura della qualità dell’insegnamento e della prontezza ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Proiezione internazionale.

E’ capace l’università di guardare oltre le frontiere del proprio paese? Contribuisce non solamente al progresso delle conoscenze nazionali ma anche a quelle dell’umanità in generale? Un’università efficiente non deve limitarsi solo all’insegnamento in classe. Deve offrire club, associazioni, gruppi di lobbying, club sportivi e una grande varietà di attività alle quali gli studenti possono aderire. Una buona quota di studenti stranieri diventa allora importante. Per permettere agli studenti, forse per la prima volta nella loro vita, di interagire con culture e mentalità diverse, e anche di essere indipendenti, lontani da casa.

Questi sono dunque i criteri. Come si esegue la misura quantitativa per arrivare ad una classificazione delle università? Gli indici che vengono presi sono sei in totale, e a ciascuno viene attribuito un “peso” in ragione della importanza attribuitagli.

Il primo indice è il cosiddetto “Academic peer review”, che pesa sulla valutazione per il 40%. La Academic Peer Review è la valutazione fondamentale. Si ottiene tramite le risposte a un questionario distribuito a circa 180 000 accademici. Ai quali vengono richiesti giudizi su cinque aree distinte, che poi compongono le classifiche specialistiche: Arts & Humanities, Engineering & IT, Life Sciences & Biomedicine, Natural Sciences and Social Sciences. Per le valutazioni del 2009 sono state ricevute 9386 risposte. Un campionario piuttosto vasto. E quindi un responso sufficientemente attendibile.

Il secondo indice è il cosiddetto “Employer Review”. La metodologia è analoga a quella dell’Academic Peer Review. Si distribuiscono alle aziende e alle società di consulenza per il personale dei questionari, che hanno lo scopo di valutare la maggiore o minore “appetibilità” dei laureati per le aziende e per i reclutatori professionali. Quest’anno ne sono arrivati 3281. Anche qui, una risposta sufficientemente ampia per considerare validi le conclusioni. I criteri di valutazione riguardano la capacità di lavorare in gruppi multiculturali, le capacità espositive, la capacità di gestione di persone e di progetti. Elementi fondamentali sono anche la rapidità con cui si consegue un lavoro e la media delle retribuzioni dei laureati dopo un determinato perido di tempo (6 mesi, tre anni, ecc).Da notare che alcune università, molto correttamente, si attrezzano per rimanere in contatto con i propri laureati, allo scopo di verificare se e in quale misura l’insegnamento avuto è stato realmente utile ai fini della professione; se e in quale misura va modificato o semplicemente dismesso; quanto tempo il laureato ha impiegato a trovare un lavoro e il livello di retribuzione conseguito dai propri laureati.

Il terzo indice, che pesa per il 20%, è un parametro definito “Student Faculty Ratio”, ovvero rapporto studende – facoltà. E’ il rapporto fra il numero di studenti che frequentano l’università e il tempo che la facoltà dedica alla ricerca e all’insegnamento. Vari sono i metodi di calcolo. Uno, il più seguito, è quello di dividere il totale degli studenti del corso basico (graduate) per 15, quello del master di specializzazione per 12 e quelli di dottorato per 9. Questo totale si divide poi per il tempo totale che la facoltà dedica all’insegnamento e alla ricerca. In altri termini, più basso è questo rapporto, più alto il tempo dedicato a ciascun studente da parte del corpo insegnante. Questo è un indice che misura la qualità dell’insegnamento.

Il quarto indice sono le “Citations per Faculty”, cioè le menzioni che del lavoro di ricerca svolto presso la tale università fanno gli altri ricercatori. E’ una misura della qualità della ricerca svolta. A formare questo indice concorrono due parametri fondamentali. Il primo è quanto i lavori di ricerca pubblicati vengono citati da altri ricercatori. Il secondo, è il cosiddetto FTE faculty (full time equivalent) cioè la misura del tempo dedicato dal corpo insegnante alla ricerca e all’insegnamento. Complessivamente, questo parametro presa per il 20% nella valutazione complessiva dell’Università.

Gli ultimi due indici pesano ciascuno il 5% e tendono a misurare la proiezione internazionale dell’Università. Qui gli indicatori sono la proporzione fra studenti nazionali e stranieri; la proporzione fra insegnanti nazionali e stranieri, gli accordi con le altre università, lo scambio di studenti ed anche il numero di studenti che decide di continuare i propri studi in una università straniera.

Naturalmente, gli indici non vengono usati direttamente, ma si seguono criteri statistici accettati internazionalmente per compilare una classifica “pesata”. La metodologia è quella di normalizzazione statistica, che qui possiamo trascurare ai fini del discorso generale.

Riassumendo, gli indici presi in cosiderazione sono sei. In termini di criteri, Citazioni e Peer Review rappresentano una misura della qualità della Ricerca. L’indicatore fornito dai Reclutatori una misura della “impiegabilità”. Il rapporto Studente / Facolta la qualità dell’insegnamento. La proiezione internazionale è misurata dai due indicatori internazionali. Pertanto, dal punto di vista dei criteri, la Qualità della Ricerca pesa il 60%, la qualità dell’insegnamento il 20%, “impiegabilità” e “proiezione internazionale” 10% ciascuno.
E adesso veniamo alle dolenti note, cioè alla posizione delle nostre disastrate università.

Classificazione generale

Sono state classificate 620 Università. Dalla 401ma in poi non viene definita la posizione, ma la classificazione non è alfabetica. Le migliori 20 (in realtà ventuno, perché le due ultime sono a pari merito) sono le seguenti:

1 HARVARD University
2 University of CAMBRIDGE
3 YALE University
4 UCL (University College London)
5= IMPERIAL College London
5= University of OXFORD
7 University of CHICAGO
8 PRINCETON University
9 Massachusetts Institute of Technology (MIT)
10 California Institute of Technology (CALTECH)
11 COLUMBIA University
12 University of PENNSYLVANIA
13 JOHNS HOPKINS University
14 DUKE University
15 CORNELL University
16 STANFORD University
17 AUSTRALIAN National University
18 Mcgill University
19 University of MICHIGAN
20= ETH Zurich (Swiss Federal Institute of Technology)
20= University of EDINBURGH


Tredici sono americane. Cinque UK ( a dimostrazione che non è solamente questione di soldi). Una canadese, una australiana, una Svizzera. E fra le prime sei, 4 sono inglesi. Cioè di un paese che, per reddito, popolazione e territorio è perfettamente comparabile con l’Italia.

Fra le 620 università classificate 21 sono italiane. La prima è Bologna, 174ma. La Sapienza è al posto 205. La mitica (per noi) Normale di Pisa al 322mo. Firenze al 377. Le italiane, tutte, sono precedute, fra le altre, dalla University of Hong Kong (24), NUS di Singapore (30), Trinity College di Dublino (44), Seoul (47), Tsinghua China (49). Mi fermo qui, per carità di patria. Cà Foscari è al 603mo posto. Prima di lei, viene la Al-Farabi National Kazakh University (Kazachistan).

Dunque, fra le prime duecento università ce n’è una sola italiana, Bologna. Dieci sono australiane. Cinque Belghe. Undici canadesi. Sei Cinesi. Cinque di Hong Kong. Il minuscolo Israele ne conta 3. L’Olanda undici. La Svizzera 7. L’UK 29. Le Americane, sempre fra le prime duecento, sono cinquantatre.

Ecco il dettaglio.

175 174= University of BOLOGNAn Italy
205 205 Sapienza University of Rome
286 286 Polytechnic University of Milan
313 312= University of PADUA
322 322 University of PISA
377 377= University of FLORENCE
442 401-500 Polytechnic University of Turin
480 401-500 University of NAPLES - Federico II
484 401-500 University of PAVIA
488 401-500 University of Rome TOR VERGATA
489 401-500 University of SIENA
492 401-500 University of TRENTO
493 401-500 University of TRIESTE
511 501-600 CATANIA University
512 501-600 Catholic University of The SACRED HEART
540 501-600 PERUGIA University
573 501-600 University of GENOA
581 501-600 University of MILANO
582 501-600 University of MODENA
597 501-600 University of TURIN
603 601+ CA' FOSCARI University of Venice

Passiamo alle valutazioni settoriali. Sono in totale cinque, e si dividono in:

Arti e Materie Umanistiche
Ingegneria e Information Technology
Scienze della vita e Biomedicina
Scienze Naturali
Scienze Sociali


A ciascuna viene assegnato un punteggio, calcolato come descritto altrove.

Arti e Materie Umanistiche (Arts & Humanities)

Gli italiani amano citare un dato incontestabile: più di metà delle opere d’arte del pianeta sono custodite in Italia. E, per lo più, sono state eseguite da artisti italiani. Ergo, l’Italia è terra d’artisti, per eccellenza. Ergo, siamo grandi. Forse. Forse siamo stati grandi, in un lontano passato. Ora non più.

Con una simile eredità, potremmo aspettarci che l’insegnamento delle materie Artistiche e Umanistiche sia, se non migliore, per lo meno all’altezza delle università straniere. Macché. Vediamo da vicino la realtà. Sono elencate, nello studio, 302 università. Fra le prime venti, 10 sono americane, con Harvard al primo posto. Tre australiane, due giapponesi, due inglesi, due canadesi, una cinese. Ma questo non dice tutto: fra le prime dieci, otto sono americane e due inglesi.

1 HARVARD University United States 100.00
2 University of OXFORD United Kingdom 96.05
3 University of CAMBRIDGE United Kingdom 95.06
4 University of California, BERKELEY United States 85.08
5 YALE University United States 81.00
6 PRINCETON University United States 78.07
7 STANFORD University United States 75.06
8 University of CHICAGO United States 71.09
9 University of California, Los Angeles UCLA United States 71.00
10 COLUMBIA University United States 70.08
11 University of TORONTO Canada 68.03
12 AUSTRALIAN National University Australia 67.03
13 University of TOKYO Japan 63.02
14 Mcgill University Canada 59.08
14 CORNELL University United States 59.08
16 PEKING University China 59.03
17 University of MELBOURNE Australia 58.00
18 NEW YORK University (nyu) United States 57.03
19 University of SYDNEY Australia 55.09
20 KYOTO University Japan 55.04



E le italiane? La prima è Bologna: 51ma. Con un punteggio da arrossire: 40,04 rispetto al 100 di Harvard, al 96 di Oxford, al 59 di Pechino. La Sapienza di Roma 64ma. Firenze, una delle culle del Rinascimento, al 180° posto, con un punteggio miserrimo: 22. Padova 195, Pisa 204, Pavia 256.

51 University of BOLOGNA Italy 40.04
64 Sapienza University of Rome Italy 37.02
180= University of FLORENCE Italy 22.00
195= University of PADUA Italy 20.08
204= University of PISA Italy 20.02
256= University of PAVIA Italy 17.00



Le altre? Non degne di classificazione. Quindi, nella terra dell’arte e degli umanisti, solo 6 delle università italiane figurano fra le prime 302 del mondo (meno del 2% del totale).

L’Australia, per dire, ha 14 università in classifica. Il Belgio (!) 7, una più di noi. Il Canada 20. La Cina 8. La Corea del Sud 7. L’Olanda 8. Il Regno Unito 38. Gli Stati Uniti 68.

Come italiani, possiamo capire (anche se dovremmo trovare più di un motivo per arrossire) che Harvard, Yale o Oxford siano migliori delle migliori università Italiane in questo campo. Tradizione e rigore, eccellenza nel tempo sono indiscutibili.

Più difficile è capire, e accettare, che la Chulalongkon University tailandese preceda di 141 posti l’Università di Firenze. O che l’Ateneo di Manila (88°) preceda la Normale di Pisa di 116 posizioni.

Ingegneria e Information Technology

Classificate 299 Università.

Le migliori venti sono quelle che seguono. La prima, l’MIT, il MITico MIT, ha un punteggio pari a 100. La 20°, cioè la McGill University, 51,02.

1 Massachusetts Institute of Technology United States 100.00
2 University of California, BERKELEY United States 86.03
3 STANFORD University United States 81.05
4 University of CAMBRIDGE United Kingdom 77.00
5 California Institute of Technology CALTECH United States 76.02
6= University of TOKYO Japan 69.01
6= IMPERIAL College London United Kingdom 69.01
8 University of TORONTO Canada 63.03
9 CARNEGIE MELLON University United States 63.02
10 ETH Zurich (Swiss Federal Institute of Technology Switzerland 60.08
11 University of OXFORD United Kingdom 59.08
12 GEORGIA Institute of Technology United States 59.03
13 TSINGHUA University China 59.02
14 National University of Singapore (NUS) Singapore 57.05
15 DELFT University of Technology Netherlands 55.04
16 KYOTO University Japan 54.02
17 University of BRITISH COLUMBIA Canada 53.02
18 University of California, Los Angeles UCLA United States 53.01
19 TOKYO Institute of Technology Japan 51.04
20 Mcgill University Canada 51.02



Fra le prime 20, “solo” 7 sono americane. Tre sono Inglesi. Ben tre sono canadesi (si ricordi che il Canada ha circa 25 milioni di abitanti, contro i 300 e passa americani). Tre giapponesi. Una Cinese. Una Olandese. Una svizzera. Una di Singapore. Vorrei segnalare il 6° posto di Tokyo. L’ottavo di Toronto. Il decimo del Tecnologico di Zurigo. Il tredicesimo della Tsinghua cinese. Il quattordicesimo della NUS di Singapore (città stato di poco più grande della provincia di Viterbo). Il quindicesimo del DELFT olandese.

La prima delle Italiane, come si vede, è il Politecnico di Milano. Solo 57mo, con un punteggio che, rispetto al 100 del MIT, è piuttosto sconfortante: 35. L’ultima classificata, al 276mo posto, è Padova, con uno striminzito 14,01.


57 Polytechnic University of Milan Italy 35.05
113 Polytechnic University of Turin Italy 25.07
121 Sapienza University of Rome Italy 24.07
134 University of BOLOGNA Italy 23.01
155 University of PISA Italy 21.08
248 University of TRENTO Italy 15.02
259 University of PAVIA Italy 14.09
276 University of PADUA Italy 14.01



E’ utile anche un’altra comparazione. Fra le 299 classificate solo 8 sono italiane. Ci sono 58 università americane. E questa non è una sorpresa. Ma...ben 30 sono targate UK. Il Giappone e la Germania ne hanno 15 a testa. Lo stesso numero che ha il Canadà. Ma...sorpresa: l’Australia ha 16 università in classifica. L’Olanda, la piccola Olanda, ne ha 7. La Corea del Sud 7 anch’essa. L’India 12. La China ben 10.

E poi: Belgio 5, Austria 5, Grecia e Brasile 4, Indonesia 3. Hong Kong ha 5 universita classificate fra le 299. La prima di esse è al 26mo posto. Singapore ne ha 2, la prima delle quali occupa il 14mo posto, dopo la Tsingua University, ma prima della UCLA.


Life Sciences & Medicine

In tutto, vengono citate e classificate 299 università. Fra le prime venti, troviamo 8 americane, tre inglesi e canadesi, due australiane e giapponesi, una cinese e una di Singapore. La prima, doverosamente, è Harvard. La 20° è la NUS di Singapore.


1 HARVARD University United States 100.00
2 University of CAMBRIDGE United Kingdom 90.06
3 University of OXFORD United Kingdom 84.01
4 STANFORD University United States 79.09
5 University of California, BERKELEY United States 79.02
6 JOHNS HOPKINS University United States 76.02
7 University of TOKYO Japan 75.02
8 Massachusetts Institute of Technology MIT United States 71.02
9 YALE University United States 67.06
10 Mcgill University Canada 62.03
11 University of TORONTO Canada 61.08
12 University of CALIFORNIA, San Diego United States 61.07
13= University of MELBOURNE Australia 61.05
13= KYOTO University Japan 61.05
15 University of SYDNEY Australia 60.02
16 University of BRITISH COLUMBIA Canada 60.01
17 IMPERIAL College London United Kingdom 59.01
18 University of California, Los Angeles UCLA United States 58.08
19 PEKING University China 57.06
20 National University of Singapore (NUS) Singapore 57.04

Anche qui, Bologna è al primo posto fra le italiane, 142°, con un punteggio di 22 sui 100 attribuiti a Harvard. Padova è 191°, La Sapienza di Roma 229°, Pisa 249° e Milano 279. Quindi, solo cinque università fra 299.

142 University of BOLOGNA 22.04
191= University of PADUA 18.05
229= Sapienza University of Rome 16.05
249 University of PISA 15.09
279= University of MILANO 14.06


D'’altronde, chiunque sappia qualcosa dello stato in cui versa la sanità Italiana, non potrebbe aspettarsi nulla di diverso. Malesia, Belgio, Hong Kong, Nuova Zelanda e Taiwan hanno cinque università in classifica, come noi, ma meglio classificate. La Cina ne ha 11, l’Olanda 8.

32 Università sono del Regno Unito, e 68 Americane.


Scienze Naturali

Le prime 20 università e i relativi punteggi sono qui elencati. Anche qui abbiamo ben 10 americane, tre UK, 2 del Giappone e del Canada, una a testa fra Svizzera, Cina e Francia.

1 University of CAMBRIDGE United Kingdom 100.00
2 Massachusetts Institute of Technology (m... United States 94.09
3 University of California, BERKELEY United States 93.08
4 HARVARD University United States 92.06
5 University of OXFORD United Kingdom 92.05
6 PRINCETON University United States 81.00
7 California Institute of Technology (calt... United States 80.08
8 University of TOKYO Japan 79.03
9 STANFORD University United States 79.00
10= IMPERIAL College London United Kingdom 71.04
10= KYOTO University Japan 71.04
12 ETH Zurich (Swiss Federal Institute of T... Switzerland 69.08
13 Ecole Normale Superieure, PARIS France 65.05
14 University of TORONTO Canada 64.08
15 CORNELL University United States 62.07
16 University of California, Los Angeles (u... United States 62.01
17 University of CHICAGO United States 62.00
18 YALE University United States 61.07
19 PEKING University China 61.03
20 University of BRITISH COLUMBIA Canada 60.07



Fra le italiane, come si vede, due fra le prime centro. E altre sei fra il posto 107 e il 197. Comunque, i punteggi, salvo quello della Sapienza (25) sono sideralmente lontani dal 100 di Cambridge.


25 Sapienza University of Rome 51.08
76 University of PISA 34.04
107 University of BOLOGNA 29.05
125 University of FLORENCE 27.06
146 University of PADUA 26.01
168 University of Rome TOR VERGATA 23.04
175 Polytechnic University of Milan 22.05
197 University of TRIESTE 21.01
212 University of TRENTO 19.05
267 University of TURIN 16.06
294 University of MILANO 15.05
297 University of PAVIA 15.04


Scienze Sociali

Trecento in totale le università classificate. Le prime venti sono qui elencate. Dieci americane fra le prime venti. Ma sette fra le prime 10. Tre inglesi e tre canadesi. Due australiane. Una giapponese e una di Singapore.

1 HARVARD University United States 100.00
2 University of California, BERKELEY United States 87.09
3 University of OXFORD United Kingdom 85.01
4 University of CAMBRIDGE United Kingdom 84.08
5 London School of Economics And Political... United Kingdom 83.07
6 STANFORD University United States 80.06
7 University of CHICAGO United States 77.06
8 YALE University United States 75.02
9 PRINCETON University United States 71.01
10 COLUMBIA University United States 69.03
11 AUSTRALIAN National University Australia 67.06
12 Massachusetts Institute of Technology (m... United States 67.03
13 University of BRITISH COLUMBIA Canada 67.02
14 University of California, Los Angeles (u... United States 65.08
15 University of TORONTO Canada 64.01
16 University of TOKYO Japan 61.01
17 Mcgill University Canada 59.06
18 CORNELL University United States 58.03
19 University of MELBOURNE Australia 57.06
20 National University of Singapore (NUS) Singapore 57.03



Fra le italiane, la prima è la Bocconi, sessant’ottesima. Bologna segue al posto 72. Otto fra le prime trecento. Sempre meno del 3% del totale.

68= Università Commerciale Luigi BOCCONI 35.03
72 University of BOLOGNA 34.07
143= Sapienza University of Rome 24.06
179 University of FLORENCE 21.09
247= University of TRENTO 17.04
259= University of TURIN 16.06
270= University of SIENA 16.01
284= University of PADUA 15.07



Classificazione dei paesi

E’ allo studio un criterio di analisi che ha lo scopo non di misurare la singola università, ma l’intero sistema educativo di un paese, per metterlo a confronto con quello degli altri. E’ conosciuto come SAFE National System Strength. SAFE è un acronimo, che indica quattro distinti paramentri.

S = System = Sistema

Si tratta del numero di università in classifica fra le prime 500 al mondo, diviso per la posizione media di tali istituzioni.

A = Access = Accesso

Un elemento essenziale della qualità di un sistema educativo è il numero di studenti che possono accedere a università di livello mondiale. Quindi questo indicatore rappresenta il numero degli studenti iscritti alle università di un paese, che sono nella lista delle prime 500 al mondo, diviso per la popolazione di quel paese. Ciò allo scopo di avere indici comparabili (tot studenti per milione di popolazione, ad esempio).

F= Flagship = Ammiraglia o fiore all’occhiello

Un problema risolto in modo diverso in diversi paesi è quello di decidere se, avendo risorse limitate, tali risorse devono essere distribuite uniformemente, allo scopo di creare il massimo possibile di università, oppure in parte concentrate, allo scopo di creare poli di eccellenza. Questo indicatore segnala la prestazione dell’Università leader del paese, in comparazione con le altre in classifica.

E = Economic = Economia

Naturalmente, le risorse a disposizione sono diverse a seconda dei paesi. Tuttavia, la qualità dell’insegnamento e della ricerca non necessariamente dipendono dal totale dei soldi spesi. Questo è un indice composto da due elementi: il primo è il bilancio previsto dal governo per il sistema scolastico, il secondo una misura della efficacia con cui tali fondi vengono spesi. La classifica delle prime 500 università fornisce un “peso”; così, a una università piazzata fra le prime 100 verrà attribuito un peso pari a 5, fra 101 e 200 un peso pari a 4, ecc.

Ho fatto un confronto, prendendo come elemento normalizzatore la popolazione. In questo modo, viene fuori un indice che rappresenta, grosso modo, la disponibilità di posti in buone università per unità di popolazione. Vediamo cosa viene fuori. E=economic P=popolazione in milioni E/P rapporto economic/popolazione

E P E/P Normalizzato

Olanda 51 6 8,50 100,00
Australia 82 21 3,90 45,94
Finlandia 16 5,3 3,02 35,52
UK 183 61 3,00 35,29
Belgio 22 10 2,20 25,88
Canada 70 33 2,12 24,96
Austria 12 8,3 1,45 17,01
Germania 106 80 1,33 15,59
USA 346 304 1,14 13,39
Corea del sud 34 49 0,69 8,16
Italia 23 60 0,38 4,51




Disponendo anche del bilancio dell’Istruzione in ciascun paese si potrebbe ottenere una correzione che tenga conto anche del modo in cui i quattrini vengono spesi.

Ma già così, questa tabella mostra il fallimento epocale del nostro sistema di insegnamento superiore e della ricerca universitaria. Ultimi, con un punteggio di 4,51 contro i 100 dell'Olanda.

Se la scuola non funziona, è l’intero paese a non avere un futuro.
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Il fallimento epocale delle Università Italiane Empty Re: Il fallimento epocale delle Università Italiane

Messaggio  Dyson Mer Ott 21, 2009 9:31 pm

Oi, che mal di testa. Ce l'ho fatta e ho letto tutto il post. A Mario G....non sarebbe possibile scrivere cose meno lunghe? Comunque E' tutto vero. la scuola è un colabrodo. E niente di buono possiamo aspettarci nè adesso nè per l'immediato futuro. Una buona cosa sarebbe licenziare il 40% degli insegnanti elementari e il 60% dei professori universitari.
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Il fallimento epocale delle Università Italiane Empty Re: Il fallimento epocale delle Università Italiane

Messaggio  Jason Sab Ott 24, 2009 2:41 am

Abbiamo cacciato i baroni dall'università, abbiamo aperto l'università a tutti, milioni di studenti che prima non potevano studiare adesso lo fanno...e voi rompete i coglioni con le classifiche del times?

Il vero scandalo è il precariato, non le università. Ringraziate anche per questo il vs nanetto scopone.
Jason
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Messaggio  fast Dom Nov 01, 2009 10:33 am

Jason ha scritto:Abbiamo cacciato i baroni dall'università, abbiamo aperto l'università a tutti, milioni di studenti che prima non potevano studiare adesso lo fanno...e voi rompete i coglioni con le classifiche del times?

Il vero scandalo è il precariato, non le università. Ringraziate anche per questo il vs nanetto scopone.

Quante braccia levate all'agricoltura.

fast

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